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    Il Cile in moto da nord a sud in solitaria, tra asfalto, sterrato e paesaggi mozzafiato

    Di Alex Di Muzio | 30 giugno 2022 | 1 min
    Moto: Yamaha Super Ténéré 1200
    Chilometraggio: 4.000 km, 2.500 su asfalto e 1.500 di sterrato
    Difficoltà: bassa, affrontabile da chiunque con prudenza
    Durata: 15 giorni
    Periodo dell'anno: febbraio
    Meteo: variabile, da soleggiato a piovoso senza preavviso
    Temperature: dai 12°C nel sud della Patagonia a 30°C
    Equipaggiamento essenziale: completo quattro stagioni con membrana impermeabile per affrontare tutte le condizioni meteo, kit antipioggia per le precipitazioni più violente, scorta di acqua e cibo, serbatoio capiente
    alexdimuzio

    Alex Di Muzio

    L'autore

    Sono Alex Di Muzio, 30 anni, in sella da quando ne ho 4 grazie alla passione trasmessa da mio padre. Dopo aver viaggiato per anni in 4x4 tra Iran, Turchia, Nord Africa e Balcani sono passato ai viaggi in moto. Il mio viaggio preferito? Quello che devo ancora fare. 

    Organizzare un viaggio è parte del viaggio stesso, ci permette di partire con la nostra immaginazione, informandoci su cartine, luoghi che andremo a visitare, strade che andremo a percorrere, ma la pianificazione meticolosa non è mai stato un mio forte, tantomeno farlo mesi e mesi prima della partenza. 

    Gestire il lavoro in maniera autonoma, mi permette, come in questo caso di organizzare un viaggio dall’altra parte del mondo in un mese o poco più. 

    Così è successo ad inizio Febbraio 2022, le restrizioni Covid19 erano ancora proibitive in tutto il mondo e volevo tornare in Sud America in moto dopo un’incredibile esperienza in Colombia pre pandemia. La Patagonia, la famosissima Carretera Austral, mete ambitissime per tutti i viaggiatori, ma forse per noi motociclisti un po’ di più… 

    Quel qualcosa di mistico, che insieme all’idea di essere così lontano da casa, in lande così desolate, esercitano un fascino particolare, per me come il canto delle Sirene che cercano di attirare Ulisse verso gli scogli. 

    Le restrizioni per entrare in Cile sono superabili, ma la documentazione richiesta non è poca. Sembrano così lontani quei tempi dove attraversavamo il mondo con il solo passaporto in tasca. 

     

    Spedire la moto o noleggiare? 

    Questa è la prima domanda che mi sono posto organizzando un viaggio in Cile. 

    I costi sono elevati in entrambi i casi, ma la domanda da porsi che potrebbe far pendere l’ago della bilancia deve essere: quanto tempo avrò a disposizione per questo viaggio? Se parliamo di mesi allora sarà molto più conveniente la spedizione della nostra moto dall’Italia via nave, se invece come me avete solo 15 giorni, il noleggio è di gran lunga la scelta migliore.  

    Con il noleggio non avrete problemi di sdoganamento, pratiche, spedizioni varie, avrete una moto pronta all’uso, senza contare il periodo di tempo che la moto starà in viaggio e non potrete usarla nel caso decideste di spedirla. 

    Trovare un buon noleggiatore, con mezzi in buono stato, è fondamentale. Bisogna assicurarsi che i documenti siano in regola, poi il contratto di noleggio conforme ci permetterà di vivere la nostra esperienza in sicurezza. 

     

    Il periodo migliore per organizzare un viaggio in Cile 

    In Cile l’estate va da Dicembre ad inizio Marzo. Bisogna tenere in considerazione che questo paese si sviluppa in lunghezza per più di 4000 km, quindi in estate possiamo passare dai 30/35 gradi di Santiago del Cile che si trova nel centro, a 10/15 gradi a Villa O’Higgins, punto più a sud della Carretera Austral. 

    Un’altra meta famosa, il Deserto di Atacama a Nord, è consigliabile anche nel periodo che va da Giugno ad Agosto.  

    Quindi non c’è un vero e proprio periodo sconsigliato per recarsi in Cile. La conformazione geografica del Paese fa sì che tutte le stagioni siano ideali per organizzarvi un viaggio. Certamente, chi vuole evitare il freddo e le piogge, più o meno diffuse nelle diverse aree del paese, dovrebbe evitare di partire nel corso della stagione invernale (che, tuttavia, rappresenta in genere anche il periodo più economico per una vacanza). Chi vuole evitare invece l’affollamento turistico e il caro prezzi, farà bene a non viaggiare durante l’estate australe che rappresenta l’alta stagione. 

     

    Il mio itinerario di viaggio, in solitaria 

    Dopo circa 16 ore di viaggio totali, uno scalo a Londra Heathrow, eccomi a Santiago del Cile, per il mio secondo viaggio in moto in Sud America. 

    Decido di stare un giorno e mezzo a Santiago, la prima mezza giornata per allestire la mia Yamaha Super Ténéré presa a noleggio dall’amico Davide Biga e riprendermi dal jet lag, (in Cile il fuso orario è di 6 ore indietro rispetto l’Italia). 

    Il giorno dopo, per prendere confidenza con la mia nuova compagna di viaggio, mi dirigo verso il confine Argentino, per affrontare il Paso Los Libertadores, una serpentina di 18 tornanti, disegnati da un’artista sulla Cordillera delle Ande a 3200 metri di altitudine. 

    Come sempre… le cose migliori succedono per caso, senza pianificazione, così decido di andare in esplorazione fino alla frontiera Argentina, quando incontro un cartello che indica una strada sterrata verso il Cristo Redentor de los Andes. 

    Una delle scelte migliori di questo viaggio, salgo per circa 40 minuti su questa strada sterrata senza incontrare anima viva, nel bel mezzo delle Ande, fino ad arrivare ai 3800 metri al famoso Cristo Redentor. 

    Un’emozione unica, e pensare che questo è solo il primo giorno che sono in Cile, chissà cosa mi aspetterà durante il viaggio. 

    Io e la Super Ténéré di fronte ad un paesaggio mozzafiato
    Io e la Super Ténéré di fronte ad un paesaggio mozzafiato
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    Tornato a Santiago, mi ritrovo nella bolgia per i festeggiamenti del nuovo presidente Boric, una giornata importantissima per il popolo cileno, il nuovo presidente ha solo 36 anni, si spera in una ventata di aria fresca per questo paese. 

    È il momento di partire per il Sud, per il viaggio vero che da tanto tempo sogno. Prima devo coprire i circa 900 km di noiosa autostrada che mi separano da Villarica. Purtroppo ho a disposizione solo 15 giorni effettivi in moto, quindi bisogna fare delle scelte, decidere cosa vedere e cosa, con dispiacere, tralasciare. 

    Come detto non sono un’amante della pianificazione, mi piace vivere alla giornata, ho sì un programma di massima, ma non ho prenotato nulla se non un traghetto, fondamentale per il completamento della Carretera. Mi piace farmi trasportare dagli eventi, conoscere persone ed essere aperto a nuove esperienze, senza per forza dire, “oggi devo arrivare fin lì, ho prenotato l’albergo qua”. 

     

    Tra vulcani, delfini e fiordi norvegesi 

    Da Villarica a Puerto Varas, una distesa di laghi e vulcani, assolutamente da non perdere. Guidare lungo la strada che costeggia il Lago Llanquihue con il Volcan Osorno di fronte è davvero emozionante, mi ricorda le foto spettacolari del Monte Fuji in Giappone, molto simili nella forma. 

    Il meteo in questi primi giorni di viaggio è sempre stato clemente, sole, cielo terso, temperatura ottimale per un viaggio in moto, mi godo le 5 ore di traversata da Hornòpiren a Caleta Gonzalo, passaggio obbligato se si vuole andare a sud, questo era l’unica cosa che ho dovuto prenotare con largo anticipo. Questa tratta mi ricorda molto la Norvegia, un vero e proprio fiordo, immerso nella natura, con le montagne che costeggiano l’oceano, che si insinua tra di esse, inizio a respirare l’aria della Patagonia. 

    Ti rendi conto di essere in un posto magico quando la mattina ti svegli, passeggi lungo la spiaggia fuori dalla tua cabana immersa nella foresta e vedi quattro delfini che nuotano vicino alla riva. 

    Guardo la cartina e vedo “quanto sono a Sud, in Sud America”, non lontano da Ushuaia e Cape Horn. Neanche il tempo di mettermi il casco e ripartire verso Coyhaique che il meteo mi ricorda che qui il tempo è imprevedibile, affronto più di 550 km sotto un diluvio universale, passando per il famoso Paso Queulat, mi dicono essere un posto incredibile, ma ricordo solo la nebbia con visibilità ridotta a 3 metri, l’acqua che scorreva lungo la schiena e il timore di rimanere senza benzina, comunque una bella esperienza. 

    Da Coyhaique senti che qualcosa cambia, come se ci fosse un’aria ed un’atmosfera diversa, questa città di 57.000 abitanti è la più grande di questa zona del Cile, dove poi faró ritorno alla fine del mio viaggio per prendere l’aereo che mi riporterá a Santiago in circa 2 ore e 15 di volo. 

     

    Meraviglie lungo la Carretera Austral 

    La Carretera Austral inzia ufficialmente a Puerto Montt, terminando 1240 km dopo a Villa O’Higgins. I lavori per la costruzione di questa strada, voluta dal dittatore Augusto Pinochet, cominciarono nel 1976 e terminarono nel 1996. Progettata per scopi militari, attraversa regioni altrimenti non raggiungibili se non via mare e per circa 700 km è completamente sterrata, appena dopo Villa Cerro Castillo trovo il famoso cartello “Fin Pavimento” inizia la vera Ruta por el Sur, quella che sognavo da tempo. 

    Chilometri e chilometri nel nulla, in solitaria, su sterrato, solo io e la mia moto, con la strada che avanza dritta a perdita d’occhio tra foreste, laghi e fiumi, quando all’improvviso i colori del Lago General Carrera diventano i protagonisti dello spettacolo. Questo lago si divide per metà tra Argentina e Chile, chiamandosi rispettivamente Lago Buenos Aires da una parte e appunto General Carrera dall’altra. 

    I locali lo chiamano Lago Chelenko, me lo spiega Emanuel, la mia guida durante il tour in barca alla Catedral de Marmol, una delle attrazioni più famose in Patagonia. Conformazioni di marmo nel bel mezzo del lago che, durante secoli di erosione hanno preso la forma di statue, dando vita ad un vero e proprio museo a cielo aperto. Tour che costa circa 30€ per 2 ore e 30 con partenza da Puerto Rio Tranquilo, un piccolo villaggio sulla costa Ovest del lago. 

    Da Puerto Rio Tranquilo fino a Cochrane, una delle tappe più affascinanti di tutto il viaggio, il Lago Bertrand con i suoi colori magici, il Rio Baker dove ho fatto la prima esperienza di rafting in vita mia, la Confluencia tra il Rio Nef e il Rio Baker che ti lascia senza parole, e gli ultimi 20 km in direzione Cochrane, dove continuo a ridere nel casco per l’estasi del momento. 

    La destinazione del mio viaggio è Villa O’Higgins, fin de la Carretera Austral. Per arrivarci, devo prendere un altro traghetto, che da Caleta Yungay mi porterá a Rio Bravo. Arrivo all’imbarco 3 ore prima della partenza, non c’è anima viva, solo un piazzale desolato, così in totale tranquillità apro la cambusa della mia Super Ténéré. Come spuntino oggi abbiamo: mele, noci, patatine e biscotti, non meno di un tre stelle Michelin, ci possiamo accontentare. 

    Per centinaia di chilometri si può non incontrare nulla e nessuno sulla Carretera, quindi avere sempre benzina, acqua e qualcosa da mangiare è fondamentale. 

    Sbarchiamo a Rio Bravo, un po’ di viaggiatori con auto, biciclette, alcuni autostoppisti, tre moto… sono l’unico Europeo, in compagnia qualche locale che porta scorte all’ultimo avamposto di civiltà di questa zona di Patagonia. 

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    Confluencia tra Rio Baker e Rio Neff
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    Gli ultimi 100 km sono mistici, il nulla più totale, natura allo stato puro e capisci quanto è piccolo il tuo spazio nel mondo. Dopo 3.500 km da Santiago del Cile, arrivo alla Fin de la Carretera Austral, in solitaria, sono felice! 

    Mi aspettano oltre 600 km sulla stessa strada dell’andata per tornare a Coyhaique, lascerò la moto e prenderò un volo per rientrare a Santiago del Cile. Ho sempre amato percorrere nei due sensi di marcia la stessa rotta, ti permette di vedere i paesaggi da una differente prospettiva, nuova, facendoti scorgere cose che talvolta non vedresti, quindi rifare la Carretera Austral per me è una gioia. Sulla via ne approfitto per una piccola deviazione a Caleta Tortel, uno dei villaggi più famosi e turistici della zona, edificato quasi interamente su palafitte che circondano il fiordo su cui si trova.  

     

    Cose da sapere prima di un viaggio in moto in Cile 

    Mi sento di dare qualche consiglio a chi magari affronta per la prima volta un viaggio in Sud America e in questo caso in Cile. 

    • Prima della partenza stipulare un’assicurazione di viaggio per l’estero

    • Controllare la scadenza del proprio passaporto, validità di almeno 6 mesi dalla scadenza.

    • Acquistare un sim cilena per il vostro smartphone in uno dei centinai di banchetti che incontrerete per strada a Santiago, consigliata ENTEL.

    • Potrete pagare sempre la benzina ai distributori con la carta di credito, anche nei più villaggi più sperduti.

    • Per affrontare la Carretera Austral è preferibile avere un’autonomia di almeno 250km, con una moto adventure classica non avrete problemi di rifornimento, a patto di farlo ogni volta che lo troverete.

    • Se in alta stagione viaggerete da soli non avrete problemi a trovare una cabanas per notte, mentre se siete in gruppo è consigliato prenotare con anticipo. Le cabanas sono l’equivalente delle hytte in Norvegia, piccole casette che talvolta sono provviste anche di cucina e di stufa a legna per il riscaldamento. Ho pagato per una cabanas con 2/4 posti letto da 30 ad 80€ in base alla località.

    • La lingua… noi italiani siamo avvantaggiati, lo spagnolo si capisce e dopo un po’ di giorni inizierete anche a dire qualche parola, l’inglese non è molto conosciuto.

    • Il noleggio moto: una maxi adventure come la Yamaha Super Ténéré 1200 costa circa 200€ al giorno in Cile.

     

    Lago Cisnes, Patagonia
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    Undicimila chilometri in 51 giorni. In moto dal Friuli alla Georgia, tra strada, fuoristrada e tracce del mondo antico.