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    Parte 1: il mio viaggio in solitaria attraverso il mondo arabo

    Di Elena Axinte | 11 settembre 2023 | 1 min
    Moto: Harley-Davidson Sportster 883
    Chilometraggio: 65.000 km
    Difficoltà: media, ho percorso per lo più strade asfaltate ma non solo, ho guidato anche sulla sabbia
    Durata: 1 anno e 10 mesi
    Periodo dell'anno: agosto 2019 - maggio 2021
    Meteo: di tutti i tipi
    Temperature: 0°C - 50°C
    Equipaggiamento essenziale: completo quattro stagioni con membrana impermeabile per affrontare tutte le condizioni meteo, kit antipioggia, zaino capiente, borse sulla moto
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    helebiker bio

    Elena Axinte

    L'autrice

    Sono Elena Axinte, dal 2016 motociclista e dal 2019 in giro per il mondo con la mia moto.  Romena di origine, residente a Milano da più di 12 anni, attrice di teatro e teatro terapeuta. Tre anni fa spontaneamente ho deciso di cambiare casa e trasformare la mia vita: da Milano al mondo. Ed è così che Elena Axinte si è trasformata in Hele Biker, una viaggiatrice assieme alla sua amata moto un po’ atipica, una Harley Davidson Sportster 883. Fortemente spinta dal richiamo del Mondo, da un sentimento di appartenenza universale e dalla convinzione che “casa è ovunque”, ad agosto 2019 sono partita per vivere la mia vita sul cammino, nel mondo, ovunque, per un periodo indeterminato. Senza progetti né piani prestabiliti. 

    Nell’estate 2019, quando ero quasi alla fine dei preparativi per il mio giro del mondo, presi una decisione dell’ultimo momento, cambiando la direzione. Fino ad allora ero convinta di tornare in Africa per completare il giro iniziato l’estate precedente quando ero riuscita a coprire 7 paesi africani in 4 mesi di viaggio. E così, all’improvviso, poco prima della partenza, sentii che questa volta il richiamo veniva dall’Est, dall’Oriente, specialmente dal Medio Oriente. Senza sapere esattamente perché, né dove, né come. Semplicemente, sentivo un richiamo provenire da quelle terre.  

    Durante il viaggio in Africa, qualcuno mi aveva parlato dell’Arabia Saudita e del suo popolo, di quanto fosse meraviglioso; quindi, prima ancora di partire, questo paese risuonava particolarmente nei miei desideri. Solo che, in quel momento, le regole per viaggiare laggiù erano ancora molto rigide e, per una donna, entrare da sola guidando una moto era impossibile, proprio vietato. Pur sapendo di queste restrizioni ero sicura che sarei riuscita ad entrare in Arabia Saudita. Non sapevo come, ma ero assolutamente sicura che ci sarei arrivata. Lasciai che il desiderio crescesse dentro di me, senza pensarci troppo, e partii per la tappa successiva del mio incredibile viaggio di vita.  

     

    La svolta, la vera partenza del viaggio 

    Dopo alcuni mesi, quando mi trovavo già in viaggio, ebbi la grande notizia: l’Arabia Saudita aveva introdotto la possibilità di un visto elettronico e aveva allentato le restrizioni per le donne che viaggiano da sole nel paese. Sorrisi, ora avevo la conferma di avere un sogno armonioso e realizzabile, ma anche un’altra sfida: dovevo riuscire ad arrivarci.  

    Il Libano, il primo dei 'miei' paesi arabi
    Il Libano, il primo dei 'miei' paesi arabi

    Ero in Turchia e cercavo disperatamente la mia porta verso il Medio Oriente. Libano, Siria… erano paesi che volevo con tutte le mie forze raggiungere. Le frontiere tra Turchia e Siria erano e sono ancora chiuse a causa della guerra in Siria e a causa dei rapporti conflittuali tra i due paesi. Quindi l’unica via rimasta era quella del mare. Dopo lunghe ricerche, finalmente trovai l’unico traghetto dalla Turchia per Libano e quindi la mia porta per il Medio Oriente. È un traghetto che opera ancora adesso, l’unico, appartiene ad una compagnia molto difficile da contattare e con costi esagerati. 

    Ma eccomi finalmente a bordo della nave, qualche giorno dopo il Natale del 2019 e pochi giorni prima del Capodanno. Libano, un paese di cui nessun viaggiatore sapeva nulla, con confini allora quasi impossibili da varcare. Sapevo solo che dall’estate erano in corso una rivoluzione con lunghe proteste di strada e una crisi generale del paese. 

    Non fu facile arrivare lì ma, una volta arrivata, presi tutto ciò che potevo da questa terra incredibilmente ricca. Ci trascorsi un mese, ma fu come se fossi lì da sempre. Mi identificai così tanto con la loro gioia di vivere la vita ma anche con la loro sofferenza, i problemi e soprattutto con la loro capacità di rialzarsi ogni volta e rinascere, con il loro modo di vivere la vita intensamente, nonostante tutte le difficoltà. 

      

    L’ingresso in Libano 

    Riuscii a esplorare quasi tutto il paese, dalle montagne innevate con le rinomate foreste di cedri, valli e monasteri, fino alla famosa e amata Beirut. Poi il sito archeologico romano più grande del Medio Oriente a Baalbek, i confini vietati con la Palestina, le attrazioni turistiche di Jbail e Byblos, le famose grotte di Jeitta o la Notre Dame de Lebanon. C’è sempre qualcosa da scoprire in Libano. Ho attraversato il paese durante un periodo difficile per loro, in piena rivoluzione, passando per strade bloccate da manifestazioni, scontri con le forze dell’ordine, barriere di fuoco e molto altro, ma non mi sono mai sentita in pericolo. Ho incontrato gente straordinaria. 

     

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    Mentre esploravo completamente innamorata il paese, cercavo anche una soluzione per andare oltre. Prima di arrivare, i contatti che avevo in Libano mi dicevano che sarei potuta entrare e attraversare la Siria senza problemi. Una volta arrivata lì, invece, scoprii che questo valeva solo per i libanesi, non per i turisti stranieri. Dopo tante ricerche, ecco che l’unico modo per entrare in Siria in quel periodo di guerra era via aereo e con un tour operator. Non mi arresi e continuai le mie ricerche. Le ambasciate dicevano di no e alla richiesta di ottenere un visto ricevetti sempre dei no.  

    Dopo tante ricerche, trovai un’agenzia che aveva la soluzione. Si poteva entrare via terra, anche con la moto, ma solo tramite l’agenzia e accompagnati permanentemente da un tour operator. Questo vale ancora oggi. La guida attende alla frontiera l’arrivo del viaggiatore, si occupa di tutta la parte burocratica incluso il visto che si può ottenere solo in questa maniera e poi si va assieme alla scoperta del paese. 

    La particolarità e la grande sfida del mio viaggio è di completare il giro del mondo senza mai far uso di alberghi o di altri alloggi commerciali. Ma in Siria, pur avendo alcuni contatti pronti ad ospitarmi grazie ad amici libanesi, questo non sarebbe stato possibile, in quanto sotto la responsabilità dell’agenzia che ha intermediato il visto. Sarei stata obbligata ad alloggiare in hotel. 

    Per non rompere la promessa che avevo fatto a me stessa e proseguire con il mio sogno di creare una rete universale di anime, dovetti prendere una decisione molto importante: attraversare la Siria in un solo giorno e sacrificare l’esplorazione del paese. Non fu facile rinunciarvi, ma avevo deciso che avrei esplorato il mondo solo a modo mio. Rimanere e visitare il paese con la guida mi avrebbe trasformata in un turista ed era il contrario di ciò che mi ero prefissata. Il mio motto del viaggio è HOME IS EVERYWHERE – casa è ovunque. Esploro il mondo per immedesimarmi nei luoghi e nelle persone.  

      

    Attraverso la Siria in un giorno, poi Giordania e Arabia 

    Entrai al mattino presto dalla frontiera con il Libano e dopo aver sbrigato la parte burocratica, insieme alla guida ci dirigemmo verso Damasco. Lì ebbi la sorpresa di essere ricevuta da un grande gruppo di motociclisti e amici che mi guidarono per un breve giro della città. Trascorremmo un paio d’ore bellissime e fui invitata ad un pranzo tradizionale, per poi dopo dirigermi, sempre assieme al tour operator, verso la frontiera con la Giordania.  

     

    Passai poi un altro mese in Giordania, con tanti nuovi amici e famiglie, esplorando tutti i luoghi più importanti come la capitale Amman, il Mar Morto ed il fiume Giordano, la famosissima Petra, Aqaba ma anche Wadi Araba e Wadi Rum innamorandomi perdutamente del deserto.  

    Infine, a fine febbraio 2020 entrai in Arabia Saudita, risultando così la prima donna ad entrare con la moto da sola in questo paese dopo decine di anni di restrizioni. Fu solo merito mio? No, mi ero trovata nel posto giusto al momento giusto e avevo avuto il coraggio di sognare, di crederci e di seguire il mio richiamo senza cambiarlo a causa di certe circostanze.  

    Entrai nel paese con un’emozione incredibile, consapevole di aver superato un traguardo importante. Iniziai ad esplorare il più possibile e, dopo appena un paio di settimane, il terribile avvenimento che condizionò il mondo intero: la pandemia. Fu così che rimasi bloccata, nel paese dove qualche mese prima non avrei nemmeno potuto entrare, per esattamente 1 anno, 2 mesi e 2 settimane. Una storia incredibile, con un vissuto che per raccontarlo servirebbero libri. Teoricamente ero bloccata, ma in pratica non mi sentii mai bloccata. L'Arabia Saudita era diventata la mia casa e per più di un anno la esplorai in lungo e in largo, ogni angolo di questo paese è ora casa mia. La conosco meglio del mio paese di origine, la Romania, e meglio del mio paese d’adozione, l’Italia.  

     

    L’Arabia Saudita in purezza 

    Anche qui andai avanti con il mio grande sogno HOME IS EVERYWHERE, facendomi sempre ospitare dalla gente del posto. Una possibilità unica di conoscere un popolo in modo autentico, di immedesimarmi nella loro vita, nella loro cultura, la loro vita. Sono diventata io stessa un po’ saudita... Le prime settimane, prima dell’annuncio della pandemia le passai esplorando la parte nord del paese e la costa del Mar Rosso. Ero entrata dalla Giordania dalla frontiera Haql. Dopo l'area di Tabuk, il mio primo contatto con la terra saudita, mi dirigetti verso l'incredibile Al Ula, completamente stupita da Madain Saleh sulle tracce dei nabatei – un sito archeologico molto simile a Petra che risale allo stesso periodo. Continuai con Umluj e Yanbo alla scoperta delle bellezze del Mar Rosso. 

     

    E poi Jeddah, la mia città del cuore in Arabia Saudita. Passai qui 5 mesi, costretta dal coprifuoco per i primi 3 e poi altri 2 perché ero stata infettata dal covid, e dovetti attendere di guarire completamente prima di continuare il mio viaggio. Jeddah è il mio punto di riferimento in Arabia Saudita. Ho lì la mia amata famiglia saudita che mi ha ospitato e ricevuto senza sapere nulla di me prima. Oh, come posso descrivere questi sentimenti? Chi l’avrebbe mai immaginato? Avrei dovuto passare solo una settimana con loro, ma quando i confini vennero bloccati e mentre io tentavo di trovare una sistemazione alternativa, tutta la famiglia si strinse attorno a me e mi offrirono ospitalità per tutto il tempo necessario, una settimana, un mese, due, un anno o di più, la loro casa sarebbe stata la mia. Così, dal nulla, senza avere nessun legame pregresso con loro. Sono questi i Sauditi che io ho incontrato in tutto il mio viaggio. Tutti mi hanno aperto le loro porte come se ci conoscessimo da una vita ed io non ho mai avuto bisogno di toccarne una sola. Si sono aperte da sole, come in un magico puzzle di cui io ero solo spettatore.  

      

    Esplorando il paese da un capo all’altro 

    Finito il lockdown e guarita completamente dal virus, ripresi il mio viaggio. Tutte le frontiere erano chiuse ma il paese all’interno era libero (chiaramente con tutte le norme della pandemia). Sfruttai allora l’opportunità e decisi di esplorarne ogni angolo. Era diventato il mio nuovo obbiettivo. Non esiste in Arabia un luogo, una regione, un paesino dove non sia passata con le ruote della mia moto.  

    Ho esplorato deserti, il famoso deserto di sabbia più grande del mondo, Rub’al Khali or The Empty Quarter, sorprendenti montagne verdi con tornanti per motociclisti golosi, isole mozzafiato nel Mar Rosso, città sorprendentemente cosmopolite, paesini tradizionali, tribù di beduini, valli rocciose e infinite piantagioni di datteri. In Arabia Saudita ho imparato a volare col parapendio e sempre qui è nato un amore enorme per i cammelli. 

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    Ho esplorato di tutto. Ogni regione, tutte le strade possibili, ho fatto fuoristrada nei deserti, sulle spiagge e sui sentieri di montagna, con caldo estremo o temperature perfette, fino a piogge e freddo inaspettato. Ho trascorso un'intera settimana in tenda in cima alle montagne, in mezzo ad una piantagione di caffè, isolata dal resto del mondo ma circondata dalle magiche montagne e dai cosiddetti “uomini fiori” (nell’abito tradizionale degli uomini di questa zona, c’è una corona di fiori che loro ancora portano sulla testa). Ho persino avuto un matrimonio, senza sposarmi, organizzato da una straordinaria famiglia che mi ha ospitato per più di 2 settimane in una città del sud. Volevano mostrarmi la tradizione di questa celebrazione, così che hanno letteralmente organizzato per me un matrimonio in cui ero la sposa ma senza sposo, con tutto ciò che un matrimonio comporti: abito da sposa tradizionale, addobbi floreali, tatuaggi henna tradizionali, musica e danze, cibo tipico, ospiti e tanta allegria.  

    Ho avuto la possibilità di attraversare il famoso deserto guidando la moto nel nulla e nel silenzio, avendo da una parte e l’altra della stretta strada le bellissime e affascinanti dune di sabbia. Mi spinsi fino all’estremo Nord nella regione di Arar, dove si possono vedere i resti degli inizi dell’era del petrolio, con la famosa “tap line” che era costruita per portare il petrolio dall’Arabia Saudita fino al Libano. Ancora in mezzo al deserto sono stata accolta da un’autentica famiglia di beduini e ho passato alcuni giorni con loro, nelle loro tende, in mezzo al nulla e ai cammelli, alle tempeste di sabbia, vivendo una vita di un altro tempo, mangiando datteri e bevendo latte di cammello.  

    Trascorsi così un anno intero, e gli ultimi due mesi li passai facendo un secondo giro per mantenere le promesse e salutare gli amici e le mie famiglie che porterò nel cuore tutta la vita. I sauditi sono unici, con le loro generosità, ospitalità incondizionata, la disponibilità ad amare e ricevere uno sconosciuto. Ovunque mi sia trovata, ho fatto in modo di appartenere a quel posto. Mi sono comportata come i sauditi e ho cercato di integrare la loro cultura nel mio essere. Dopo un anno, due mesi e due settimane la permanenza in Arabia Saudita è terminata. Ho trovato il modo di continuare il viaggio e finalmente ho attraversato una nuova frontiera andando alla scoperta di tutto il Golfo Arabo.  

    Il paese successivo fu l’UAE. Felice di attraversare finalmente una frontiera dopo più di un anno, cominciai l’esplorazione degli Emirati Arabi Uniti. Il viaggio prosegue, continua a leggerlo qui: Dagli Emirati Arabi Uniti all’Iraq in moto 

     

    Equipaggiamento essenziale

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    Casco modulare

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