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    Flat o clipless, con lacci o con sistema elastico. Ecco i consigli di Dainese per la scelta della perfetta calzatura da mtb gravity per le proprie esigenze

    Di DemoneRosso | 10 giugno 2024 | 1 min

    Contenuti dell'articolo

    Scarpe da mountain bike per gravity o per cross country: qual è la differenza?
    Scegliere una scarpa con suola flat o con suola clipless?
    Come è fatta una scarpa da mountain bike?

    La scelta della scarpa da mountain bike è un passaggio cruciale della nostra preparazione, perché è proprio dal piede che passa gran parte del controllo della bicicletta sui terreni sconnessi. Nel downhill e nell’enduro, le discipline cosiddette gravity che tanto ci stanno a cuore, le fasi più importanti delle gare sono quelle durante le quali si guida in piedi, quando i punti di contatto tra pilota e bicicletta sono solamente le mani e, appunto, i piedi. 

    Se la scelta del guanto si riduce per lo più ad un discorso di stagionalità, scegliere la scarpa da mountain bike giusta per downhill ed enduro è sicuramente più complesso. Spesso si guarda a ciò che fanno i nostri atleti preferiti, ma non sempre ciò che è meglio per loro è il meglio anche per un amatore. Vediamo quali sono le diverse possibilità. 

    Scarpe MTB da enduro o downhill e scarpe da cross country: le differenze 

    La prima e più importante distinzione da considerare è quella tra le scarpe da cross country e quelle da enduro o downhill, di cui ci occuperemo in questa guida. Descriviamo comunque brevemente la differenza tra le due tipologie: 

    • Nel cross country, buona parte della differenza la si fa pedalando forte in salita: serve una scarpa leggera e capace di trasferire il massimo della potenza dalle nostre gambe ai pedali, con il minimo della dispersione di energia. Inoltre, la tipica gara di XC ha una durata breve, quindi il comfort assume importanza relativa; anzi, se si può, si tende a risparmiare qualche grammo limando sulla comodità. 

    • La scarpa da mountain bike da enduro o downhill ha esigenze tutto sommato opposte. Nell’enduro si pedala, è vero, ma la gran parte delle salite non sono cronometrate e vengono affrontate con relativa calma. Al contrario, la gara si decide in discesa, ove si guida esclusivamente in piedi. Inoltre, le gare di enduro durano diverse ore: la comodità assume dunque un ruolo primario nel mettere l’atleta a proprio agio. Stesso discorso per l’uscita amatoriale: trascorrere mezza giornata o più in sella è la norma. La run di downhill dura invece solo pochi minuti, ma l’esigenza di performance in discesa è la medesima e i modelli di scarpe gravity sono solitamente adatti a entrambi gli utilizzi. 

     

    Scarpe per pedali flat o con attacco?

    Entrando nel vivo della scelta della scarpa da enduro o downhill, il più importante elemento decisionale è la suola, che va di pari passo con il pedale, che deve necessariamente essere compatibile: flat o clipless? Per chi si sia avvicinato da poco alla disciplina, ecco spiegato in breve il significato dei due termini. La scarpa da mountain bike per pedali flat si chiama così semplicemente perché il pedale di riferimento è un pedale piatto, privo di agganci. L’aderenza della suola contro il pedale è garantita dalla mescola della gomma e dalla presenza dei pin sulla superficie del pedale, puntine alte un paio di millimetri che penetrano nella suola e assicurano il controllo. 

    Meno immediato è il termine “clipless”. Agli albori della mountain bike, c’era chi correva con i pedali a clip, i classici pedali a gabbia dove infilare il piede. Presto si capì che la soluzione non era ottimale perché non consentiva un rilascio immediato del piede in situazioni di pericolo, e fu a quel punto che venne inventato l’attacco tipo SPD, con un sistema di agganci e molle che permette di abbandonare il pedale con un semplice movimento della caviglia verso l’esterno. Siccome questi nuovi pedali abbandonavano il sistema a clip, furono chiamati clipless.  

     

    Scarpe MTB flat o clipless: quale suola scegliere?

    La scarpa da mountain bike per pedali flat è la più semplice da usare, soprattutto per chi si stia avvicinando alle discipline del downhill o dell’enduro. Le sezioni più ripide e impegnative dei percorsi possono intimorire, avere il piede agganciato può togliere sicurezza a chi non abbia molta esperienza.  

    La scarpa con suola flat è inoltre sensibilmente più comoda per camminare, in particolar modo se su roccia o terreno sconnesso. Spingere la bicicletta non è un’eventualità così rara, soprattutto per chi sia amante dei lunghi giri all mountain alpini, dove può sempre capitare di dover affrontare a piedi qualche tratto troppo scosceso, sia esso in salita o in discesa.  

    La scarpa clipless, invece, è solitamente la scarpa dei rider più orientati alla performance: fornisce una connessione con la bicicletta altrimenti irraggiungibile. Con il piede agganciato al pedale il feeling con la bici è massimo e permette di affrontare in sicurezza salti e manovre complesse che altrimenti comporterebbero il rischio di perdere il piede dal pedale.  

    La scarpa da mountain bike clipless non è però solo per chi possieda una tecnica di guida particolarmente avanzata. Ad esempio, chi si converta all’enduro dopo anni trascorsi su una bicicletta da cross country sarà verosimilmente già avvezzo a questo tipo di scarpa, che nell’XC rappresenta una scelta quasi obbligata. 

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    La scelta tra l’una e l’altra non si riduce esclusivamente a una questione di livello di abilità del rider. È vero, se guardassimo agli atleti professionisti noteremmo che la stragrande maggioranza di loro impiega pedali e scarpe con attacchi, ma è celebre il caso di Sam Hill, pluricampione di downhill passato alla storia anche per aver sempre utilizzato pedali e scarpe flat. Tuttavia, ad altissimo livello è l’unico che si ricordi.  

    Il discorso cambia leggermente in situazioni di uscite molto fangose, dove il pedale con attacco potrebbe far fatica a riagganciarsi e ci potrebbe di conseguenza costringere a guidare per un tratto con le scarpe sganciate. Questa è una situazione da evitare il più possibile perché non garantisce un buon controllo della bicicletta, soprattutto se il percorso presenta sezioni tecniche. Ecco che in caso di fango pesante, anche un rider che solitamente usa pedali e scarpe clipless potrebbe convertirsi ai flat. A tal proposito, una periodica rinfrescata - leggasi allenamento - su come si guida con pedali flat può far comodo anche ai piloti più preparati. 

     

    Come è fatta una scarpa da mountain bike? 

    Vediamo ora quali sono le componenti della scarpa da mtb per orientarci al meglio nella scelta della calzatura migliore per le nostre esigenze. 

     

    La suola

    Come spiegato fin qui, la suola assume probabilmente il ruolo più importante tra tutte le componenti di una scarpa da mountain bike: in un modo o nell’altro, clipless o flat, essa deve assicurarci il perfetto controllo della bicicletta. Ma non è solo una questione di grip o, nel caso della scarpa clipless, di aggancio.  

    Anche nell’enduro e nel downhill la rigidità della suola è fondamentale, dal momento che, durante la discesa, buona parte del peso del corpo grava sui piedi e di conseguenza sulle suole. Una suola sufficientemente rigida permette ai muscoli del piede e della gamba di non dover “fare gli straordinari” per mantenerci in assetto ottimale. Al contrario, riduce drasticamente le flessioni o le torsioni indesiderate quando messa sotto sforzo e consente di trasmettere efficacemente al pedale gli input necessari alla guida, senza dispersioni. D’altro canto, una suola troppo rigida risulterebbe scomoda; è quindi necessario trovare, come spesso accade, il giusto compromesso per le proprie necessità, se più orientate all’uscita con gli amici o al mondo race. 

    Oltre alla rigidità strutturale della suola, nel caso della scarpa flat conta molto anche la mescola della gomma utilizzata nello strato a contatto con il pedale. È necessario che questa raggiunga il corretto punto di equilibrio tra morbidezza e durata. Una gomma molto soffice assicura un ottimo grip sia sui pedali che sul terreno, ma una gomma troppo soffice tenderà a usurarsi in fretta e a non resistere all’abrasione, al taglio e allo strappo, eventualità non remote durante la guida sui sentieri. 

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    Nel caso della scarpa clipless, la mescola della suola è meno rilevante dal momento che quest’ultima non appoggia sul pedale, nemmeno su quelli con piattaforma, e il contatto è garantito esclusivamente dal meccanismo dell’attacco. 

     

    La tomaia

    La tomaia è la parte superiore della scarpa, quella che fascia il piede. Deve necessariamente essere più solida rispetto a quella di una normale sneaker, sia per una questione di controllo dei movimenti sia per un’esigenza di protezione in caso di impatto, non così infrequente. Non è necessario cadere per urtare con i piedi contro pietre o radici, soprattutto nei passaggi più stretti. Inoltre, durante la guida in discesa non è raro staccare un piede dal pedale per trovare il giusto equilibrio in curva, in particolare su terreno scivoloso o in contropendenza. 

    In particolare, nella scelta della scarpa da mountain bike per enduro o downhill sarà bene ricercare modelli costruiti con materiali rinforzati come ad esempio l’EVA, una spugna ad alta densità caratterizzata da grande solidità e compattezza anche in strati con spessori minimi. Altri rinforzi sono necessari e, in genere, presenti, nella zona della punta del piede e sul tallone. 

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    L’allacciatura

    Nella scelta della scarpa da mountain bike vanno considerati i diversi sistemi di allacciatura, ciascuno con i propri pro e contro. Il più classico è quello con i tradizionali lacci: il vantaggio principale è la loro semplicità. In qualsiasi condizione, anche in presenza di fango, si potranno facilmente slacciare e riallacciare; inoltre, si possono facilmente sostituire nell’improbabile eventualità che si dovessero rompere. Lo svantaggio principale è che può sempre capitare che si slaccino da soli, ma un doppio nodo sarà sufficiente ad annullare questo rischio. 

    Una soluzione più moderna è il laccio a scorrimento rapido, regolabile millimetricamente in base al volume del proprio piede in un batter d’occhio. Questo è il sistema impiegato sulle scarpe Dainese Hg MATERIA PRO e Hg ACTO PRO denominato PER-FIT System (Precision Elasticated Retaining), in cui il laccio lavora in sinergia con quattro bande elastiche posizionate sul collo del piede e con una fascia in velcro, anch’essa da regolare a piacimento; l’insieme garantisce una fasciatura del piede ottimale e una perfetta stabilità della scarpa. 

    Altri validi sistemi di chiusura utilizzati nelle scarpe da mountain bike sono quello a rotore o quello unicamente con bande in velcro. Quest’ultimo il più semplice, diffuso soprattutto su scarpe con punto prezzo aggressivo. Più sofisticato invece il sistema a rotore, il più noto quello a marchio BOA®. Il rotore tende un cavo che scorre lungo la zona del collo del piede, più o meno estesa in base al modello, regolando l’ampiezza della calzata e distribuendo la pressione in modo uniforme. 

    Tutto considerato, scegliere la giusta scarpa da mountain bike per le proprie esigenze non è semplice e, come in molti ambiti, anche in questo l’esperienza accumulata in anni di pratica permette di muoversi a colpo sicuro. Diversamente, la miglior strategia sarà innanzi tutto aver chiaro l’utilizzo che faremo della nostra bici da enduro (nel caso del downhill la possibilità è una sola) in modo da orientarsi tra le tante possibili caratteristiche. Poi, possibilmente, provare più di un modello, in modo da saggiarne la reale vestibilità in rapporto alla forma del nostro piede. 

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