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    Sportiva, enduro, naked o turistica, ognuna riuscirà a farti innamorare

    Di Nico Cereghini | 09 febbraio 2021 | 1 min

    La domanda che mi fanno più spesso? Se Valentino riuscirà a vincere il decimo titolo. E subito dopo: “quale moto mi compro? sono incerto tra questa o quella. E magari mi citano due modelli lontani anni luce tra loro.  Rispondere è impossibile, devo prima conoscere che uso della moto si farà, le esperienze alle spalle, il livello di tecnica di guida, il budget…  

      

    Capisco però che i dubbi possono essere tanti e so pure che chiedere consiglio all’amico raramente aiuta: perché ciascuno di noi è convinto di avere la moto più bella del mondo e altro non vede. Lo scoprirete anche voi e sarà una piacevole sorpresa: farete certamente la scelta giusta perché, comunque vada, della vostra moto vi innamorerete. 

     

    C’è l’amante delle naked e quello delle sportive, c’è chi compra soltanto le Guzzi e quello che per lui dev’essere per forza BMW o Ducati, Honda o Yamaha. Ma alla fine ciascuno di noi è convinto che la nostra moto sia perfetta. E il bello è che abbiamo ragione tutti, ammesso che di ragione si possa parlare. 

     

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    Come faccio, per esempio, a contestare chi sostiene che la sua supersportiva vanta la guida più bella? Chi ama quel tipo di moto è disposto a soffrire, è allenato, è spesso in tuta di pelle, non teme i dolori a spalle e polsi, dunque io condivido: gran bella guida, la più precisa, belle pieghe (solo in pista però) e notevoli soddisfazioni. E lo stesso vale per il motociclista che a un certo punto della sua vita, magari dopo decine di migliaia di pieghe, è arrivato a guidare le Harley-Davidson e lì si catalizza; lo capisco benissimo, quella è una guida particolare, ci si sente dei previlegiati, il marchio ha una storia secolare, e il suono e la curva di coppia sono speciali. E avanti così con il guzzista e il bmwista, con l’impallinato delle supermotard e della Hypermotard, con quello della naked e della custom, con tutti.  

     

    Perché la scelta della moto non è razionale, ma ha a che fare piuttosto con il cuore e con la pancia. Scegliessimo razionalmente, chi fa tanta strada avrebbe una granturismo con il cardano, chi usa la moto tutti i giorni sarebbe in sella a una media cilindrata leggera, agile ed economica; e per i viaggi avventurosi, fino agli sterrati, si spiegherebbe bene la grossa enduro. E il nostro mondo sarebbe una noia. 

     

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    Purché - ecco la variabile che potrebbe fare la differenza - la posizione di guida sia corretta per noi, sia accordata con quello che vogliamo fare con la moto e con la nostra necessità di sicurezza. Se cerchiamo il controllo totale è buona la guida eretta, se vogliamo sentire bene la moto allora è ideale la sportiva che guidi con tutto il corpo, se siamo insicuri in città o siamo piccoletti ci vuole la sella bassa e avanti così. Dobbiamo identificare esattamente la tipologia della moto che ci piace o ci serve, per non sorprenderci poi, ad acquisto fatto, di fronte a un assetto in sella e a una ergonomia che ci scontenta.  

     

    Quello che conta, insomma, è sentirsi a proprio agio e diventare in tempi rapidi padroni del mezzo. Poi c’è anche il motociclista che per andare in autostrada sceglie la moto con l’assetto un po’ folle dell’Harley con il manubrio Apehanger, altissimo e largo un metro, o c’è quello, all’estremo opposto, che va a Capo Nord con la Ducati Panigale ed è strafelice così. E va bene tutto, certamente non critico nessuno: occorre soltanto sapere a quali sacrifici si andrà incontro. 

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