Mi ha insegnato tanto la Como-Bellagio, una volta era quasi deserta ed è una specie di piccolo TT. Ma ciascuno di noi ha la “sua” strada. Qual è la strada del vostro cuore? Deve esserci per forza una strada statale o una provinciale, in montagna o in collina, una bella serie di curve di vario raggio alla quale siete legati da un ricordo speciale. Per me la strada esiste e su Google Maps è segnata come SS583. Va da Bellagio fino a Como, sul ramo occidentale del Lario, una trentina di chilometri, qualche paese da attraversare con le sue strettoie, Lezzeno, Nesso, Torno, Blevio, e soprattutto un centinaio di curve che nella mia fantasia di ragazzo erano la perfetta replica nostrana del Tourist Trophy sull’isola di Man. L’acqua c’era, la montagna pure, e non a caso nei pressi si correva una volta il “piccolo TT”.
Oggi bisogna stare attenti: c’è un gran traffico e poi le buche, gli ostacoli, i controlli elettronici e non. E per fortuna adesso c’è la consapevolezza che la strada non è la pista, anche se purtroppo alcuni motociclisti continuano a fare una pericolosa confusione. Ma con il poco traffico degli spensierati anni Sessanta, soprattutto se cavalcavi una Morini Corsaro 125 da ben nove cavalli e ci sapevi fare, le probabilità di andarti ad far del male non sembravano così alte. La Polizia Stradale invece c'era eccome, bastava uscire da una curva un po' piegato e trovare la pattuglia: “guida pericolosa!”. “Ma se andavo a sessanta all’ora...”. “Fa niente, per quella curva è troppo!”. “E chi lo dice?”. “Lo dico io, ragazzino, e lasciami scrivere il verbale”. Nessun senso della bella piega, quegli agenti.
A tante altre strade sono legato: appenniniche come la SS62 della Cisa tra il parmense e la Lunigiana, o la SP4 che sale da Lugagnano a Vernasca in provincia di Piacenza (famosa gara in salita di una volta); dolomitiche tipo la SS243 del passo Gardena, tutti percorsi che ho scoperto successivamente e che frequento almeno quattro o cinque volte all'anno. Ma la Bellagio-Como resta la numero Uno: è semplicemente La Strada, tanti anni sono passati ma ogni fotogramma resta registrato indelebilmente.
La trama del film era sempre quella: c'è il sole e si bigia il liceo con i due soliti compagni in sella alle loro Aermacchi; fino a Lecco niente da segnalare, poi le prime pieghe di riscaldamento sul lungolago di fronte a Mandello e quindi sosta all'imbarcadero di Bellagio. E finalmente la goduria: questa famosa 583 con il lago a destra e la montagna a sinistra, sempre diversa ad ogni chilometro. La rivedo tutta: prima è veloce, ma devo stare molto attento perché ci sono diverse case; poi comincia una serie di curve aperte, da raccordare, che presto diventa un misto più stretto e più tecnico. Occhio che siamo all'ombra e l'umidità rimane. Tra Lezzeno e Nesso ci sono quasi due chilometri da fare a gas spalancato, ma non si deve sbagliare niente. L'Ala Verde 250 e quella Blu sono staccate, non le sento più, basta una 125 se hai classe e fegato... Dopo Carenno il tratto che preferisco, due o tre curve aperte da orecchie a terra, da Blevio mezzo gas, ormai sono quasi a Como e sono trionfalmente solo.
Ebbene, su quella strada ho scoperto alcune delle cose più importanti della mia vita. Che andavo forte, ma questo è scontato per molti di noi. Che avevo un bel controllo e ottimi riflessi, che sapevo improvvisare traiettorie quasi sempre (immodestamente) vicine alla perfezione, che avevo un certo orecchio per la musica del motore. Che la moto era la mia vita: e questa era una bella intuizione perché così sono andate le cose.
Come faccio a non essere legato alla Bellagio-Como? Ma certamente anche a voi sarà particolarmente cara una strada, magari per avere trovato un'ispirazione, o la moto ideale, o il ristorante migliore del mondo, o chissà, la casa dei vostri sogni o addirittura l'amore.