Cos’hanno in comune una moto da MotoGP che supera agevolmente i 300 chilometri l’ora su un circuito e un’imbarcazione monoalbero di 25 metri che partecipa all’America’s Cup? Oltre ad essere all’apice dell’evoluzione tecnologica nel proprio campo, richiedere una preparazione e capacità fuori dal comune ed ispirare da sempre milioni di appassionati, apparentemente nulla. Ma i punti di contatto sono molti più di quelli che si possono immaginare: ad esempio, cadere in acqua a oltre 40 nodi (circa 80km/h) è come cadere sull’asfalto e può provocare gli stessi danni di un highside in pista.
Nel 2016, al quartier generale Dainese arriva una telefonata. È Max Sirena, Technical Advisor di Emirates Team New Zealand ed ex skipper di Luna Rossa. Max è appassionato di moto e ben conosce lo Speed Demon. Sa che a Vicenza c’è qualcuno che può aiutare lui e i suoi ragazzi a proteggersi.
Una nuova necessità, per spostare i limiti
La sinergia nasce spontanea, d’altra parte non è la prima volta che Dainese si fa carico di portare la protezione in un nuovo sport. Qui, nella vela, nessuno, o quasi nessuno, ha ancora sentito il bisogno di muoversi in questa direzione, ma con imbarcazioni sempre più performanti le velocità crescono, e con esse i rischi. Ancora una volta, per permettere allo sport di evolversi è necessario un supporto tecnico ai protagonisti, non solo ai mezzi su cui sfidano le leggi della fisica.
Il bagaglio di tecnologia ed esperienza accumulato a partire dagli anni ‘70 è importante, l’approccio è fondamentale. Si può partire da qualcosa che già esiste ed evolverlo per le esigenze di protezione di un team di velisti. Dainese ed Emirates Team New Zealand studiano le soluzioni già in uso dagli atleti sci e bike, in cerca di tutto quello che possa rivelarsi una solida base di partenza. Da evolvere secondo le necessità specifiche degli atleti in mare.
I protettori morbidi sembrano essere la scelta migliore per la loro flessibilità, peso e ingombri contenuti. Rhyolite Safety Jacket, un corpetto protettivo per il downhill, è il prodotto perfetto da cui partire. Leggera, ergonomica e capace di non limitare alcun tipo di movimento. Ne vengono spediti alcuni pezzi direttamente in Nuova Zelanda, subito testati e messi a dura prova per capire cosa già vada bene e cosa si possa ottimizzare.
Nuove sfide di prodotto
Se la protezione da impatto è da sempre uno dei punti su cui Dainese lavora, la prima sfida si incontra sul tema del galleggiamento. Questa è una necessità chiave per l’equipaggio di una barca da regata, mentre è chiaro che non lo sia per un biker. Un lavoro sinergico tra il team neozelandese e il dipartimento R&D di Dainese in Italia portano ad una soluzione che prevede di applicare cuscinetti galleggianti sul lato interno del paraschiena e del petto.
La difficoltà più grande si rivela il lavoro per ottenere, dopo questa modifica, una vestibilità e una libertà di movimento ottimali. Sviluppare un protettore performante è relativamente facile; svilupparne uno sicuro, leggero e comodo richiede uno studio e un utilizzo di tecnologie molto più evoluto. Solo raggiungendo tutti questi obiettivi è possibile far vestire i propri prodotti agli atleti migliori e più esigenti al mondo. I nuovi corpetti per il team sono tutti realizzati su misura e a mano, per fornire un supporto personalizzato e specifico ad ogni atleta. Così nasce Sea-Guard, il primo corpetto protettivo sviluppato per gli atleti dell’America’s Cup.
La prima versione di Sea-Guard, presenta una gobba protettiva sulla schiena, una soluzione tecnologica ispirata a quella delle tute utilizzate dai piloti in MotoGP. In questo caso le funzioni principali sono quelle di performance aerodinamica e galleggiamento. Nella gobba viene inoltre ricavato uno spazio che può ospitare il sistema di interfono o una bombola d’ossigeno. Nelle versioni successive, dopo una serie di test in simulazione gara, si decide di cambiare, optando per una soluzione differente.
La gobba viene sostituita da una sacca idrica che consente all’atleta di bere senza interrompere l’attività, mantenendo quindi la concentrazione e l’efficienza fisica al massimo. Per l’equipaggio è fondamentale comunque avere sempre con sé una bombola d’ossigeno e un sistema d’interfono per comunicare con i compagni e con il direttore di gara, oltre ad un coltello per tagliare cime e reti in caso d’emergenza. Dopo la rimozione della gobba, per ognuno di questi accessori vengono create nuove tasche apposite, studiando il miglior posizionamento per renderle facilmente raggiungibili, non intralciando i movimenti.
Sea-Guard vince
È così, equipaggiata con il Dainese Sea-Guard che Emirates Team New Zealand si presenta alle finali di America’s Cup contro Oracle Team USA e vince. Una storia di lungimiranza, quella di un’eccellenza mondiale che per prima ha saputo cogliere una necessità nascente in uno sport in piena evoluzione.
Ecco che vela e motociclismo non sono così distanti come si potrebbe facilmente credere.