Fabien Barel, francese, 40 anni, è stato tre volte campione del mondo di downhill (nel 1998 come Juniores, nel 2004 e 2005 nella categoria Elite) ed è uno degli atleti più noti a livello globale tra i mountain biker. Fabien racconta per Dainese come si svolgono i suoi allenamenti, i metodi che usa per migliorare le prestazioni e le tecniche per preparare al meglio la stagione di gare in bici.
“Alla fine di ogni stagione, 4 o 6 settimane di pausa sono fondamentali per fare un reset mentale e stabilire i nuovi obiettivi. È un momento che serve al corpo e alla mente per ritrovare la tranquillità dopo una stagione di gare.
Dopo un meritato riposo, alla fine di novembre ricomincio la preparazione. Come al solito, inizio con un lavoro cardiovascolare per ritrovare la forma ottimale prima delle feste. Anche perché a cavallo di Natale è difficile ritrovare grande intensità, il clima delle feste ci influenza anche se siamo atleti professionisti. Per me, ma un po’ per tutti, il buon cibo e i momenti di svago sono sempre importanti: mi do dei limiti, com’è ovvio, ma anche gli strappi alla regola servono per tenere alto l’umore. Nel periodo delle feste ogni francese che si rispetti – e io non faccio eccezione - non si fa mai mancare un bicchiere di vino, del foie gras e degli ottimi ravioli. Ma si tratta solo di una tregua: già a metà gennaio si torna agli allenamenti al massimo delle possibilità.
L’allenamento invernale è molto diverso da quello che faccio durante la stagione di gare. In questo periodo mi concentro su sessioni molto lunghe: è il momento perfetto per far crescere i muscoli e aumentare la resistenza. Nei mesi freddi mi piace sciare: quando c’è molta neve fresca e le condizioni giuste, è proprio uno spettacolo! Ma l’inverno è il periodo giusto anche per girare in moto, fare enduro e andare in pista da cross. Ogni tanto anche io amo godermi le due ruote a motore senza dover pedalare. Durante la stagione invece cerco di mantenere il livello di forma e di esercitare le abilità e i riflessi.
Non è facile, per chi fa uno sport come il nostro, allenarsi individualmente. Per ricreare una situazione competitiva spesso organizziamo delle giornate con il team: scegliamo un percorso, posizioniamo il cronometro e simuliamo una gara. Ci sono certi atleti che riescono a lavorare da soli, spingendo se stessi a limare i millesimi, mentre altri lavorano meglio in queste situazioni di squadra. Io e il mio team ci ritroviamo ogni due settimane per mantenere l’approccio alle competizioni. È importante fisicamente e tecnicamente, ma soprattutto mentalmente. In questo modo so che, quando arriverà il momento delle gare “vere”, avremo sin da subito l’atteggiamento giusto.
Penso che cronometrarsi quando si corre in solitaria sia utile: io lo faccio perché in questo modo posso confrontare i miei tempi e vedere i miglioramenti. È anche vero che gli avversari fanno progressi durante l’inverno, quindi l’unico modo per verificare il reale stato di forma è il confronto con gli altri. Insomma, correre contro qualcuno è l’unico modo per capire se ti stai allenando nel modo giusto.
Il fisico da solo, però, non può nulla. Nello sport la componente mentale è fondamentale. L’allenamento in questo periodo dell’anno serve a costruire la forza fisica, certo, ma questa porta a sua volta una maggiore lucidità quando si fa una discesa al limite in mountain bike. La concentrazione, la forza mentale ti aiuta ad essere più sicuro e ad essere più presente in ogni millisecondo della discesa. È un circolo virtuoso: quando sei a posto con la testa è più facile fare progressi, e sviluppi il corretto approccio mentale alla stagione. È per questo che, secondo me, la preparazione invernale è quella che davvero ti mette nelle condizioni di esprimerti al massimo durante la stagione, e che ti fa quindi vincere le gare”.