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    Una vacanza in coppia su una BMW GS immersi tra cultura locale e i paesaggi del nord Africa

    Di Massimiliano Saraceni | 01 maggio 2023 | 1 min
    Moto: BMW R1200 GS Adventure
    Chilometraggio: 2.300 km
    Difficoltà: media
    Durata: 10 giorni
    Periodo dell'anno: dicembre
    Meteo: sole e pioggia
    Temperature: 1°C - 26°C
    Equipaggiamento essenziale: casco, modulare, completo 4 stagioni, guanti invernali, guanti estivi, intimo termico, stivali protettivi
    bio

    Cinzia e Massimiliano

    Gli autori

    Cinzia, classe 1984, guido scooter da sempre e sono un’amante dell’avventura. Prima di conoscere Massimiliano ho viaggiato prettamente in aereo, zaino in spalla e tanta libertà. Una volta che le nostre strade si sono incrociate ho iniziato a seguirlo nei suoi viaggi e da lì in poi, in modo del tutto naturale, la moto è diventata il nostro mezzo per scoprire il mondo. 
     
    Massimiliano, classe 1976. In moto da quando avevo 4 anni, una passione presa dalla mia famiglia, quando i miei genitori mi regalarono il primo motorino a miscela. Sono cresciuto su moto sportive, per poi avvicinarmi alle maxi enduro, di cui ora non riesco più a fare a meno. In sella respiro a pieni polmoni il mondo che mi scorre attorno, gli odori dei luoghi che attraverso, e conosco le persone che lo abitano.  

    L’idea di questo viaggio è nata quasi per gioco, tanto per parlare. Era più o meno settembre, eravamo in un’area di servizio alle 6.00 del mattino insieme ad altri amici quando parlando del più e del meno dissi a Cinzia: “ma se a Natale e Capodanno andassimo in Tunisia?”. Cinzia inizialmente era un po’ scettica. Non era convinta al 100%, ma con il passare delle ore, dei giorni, delle settimane, quella che era una semplice idea si è trasformata in una scelta, e da qui in poi si è trasformata in avventura 

     

    Il 24 dicembre, alla Vigilia di Natale, a Pavia ci sono 8°C e pioviggina. Non male. Ci aspettavamo temperature ben peggiori. Scendiamo in garage, infiliamo i Tourmodular, colleghiamo gli interfoni Cardo e diamo fiato al boxer. I nostri battiti sembrano sincronizzati con quelli del motore della GS. Apriamo il cancello automatico ed inizia il nostro tour. Destinazione: porto di Genova. 

    Mentre scendiamo verso Genova la pioggia ci dà tregua e la temperatura inizia ad alzarsi. Arriviamo al porto con 14°C. Una temperatura che mai avremmo pensato di trovare, considerato il periodo. Ci mettiamo in coda ed iniziamo la lunga trafila del check-in. Un vero e proprio incubo di lentezza e disorganizzazione. La nave che dovrebbe salpare alle 16.00, salpa alle 18.00 circa.  

    Le nostre pratiche burocratiche continuano anche sulla nave, dove i doganieri e la polizia tunisina ci fanno compilare altri moduli (per noi e per la moto). Finiamo le pratiche e la coda alle 00.30. Ok, adesso possiamo metterci al letto. Stanchi, stressati, ma tutto sommato sollevati. Domani dovremo pensare solo a sbarcare e superare il confine. Il continente africano ci attende. 

    Monumento nei pressi di Redeyef, vicino alla pista di Rommel
    Monumento nei pressi di Redeyef, vicino alla pista di Rommel

    E poi, Tunisia 

    L’indomani, il 25 dicembre, la nave arriva a Tunisi con ben 2 ore di anticipo. Sbarchiamo e molto velocemente superiamo i controlli di frontiera, una volta fuori dal porto sono circa le 17. Il sole sta tramontando ed assistiamo al nostro primo tramonto tunisino. I colori sono incantevoli. 

    Puntiamo dritti Hammamet dove dormiremo questa notte, abbiamo prenotato una bella camera all’Hotel Bel Azur, ampia e sul mare. Dalla nostra camera alla sabbia della spiaggia ci sono circa 3 metri. Ci sistemiamo, doccia e via in cerca di un posto dove cenare. Troviamo un ristorantino tipico a due passi dalla struttura. Cena a base di pesce con circa 30 euro a testa, non poco per la Tunisia, ne siamo consapevoli, ma siamo comunque ad Hammamet che è una località turistica. Facciamo due passi e poi andiamo a riposare. Domani ci attendono parecchi chilometri.

    L’indomani la sveglia suona presto. Alle 7.00 siamo a fare colazione e fuori c’è un sole meraviglioso. Facciamo due passi per la spiaggia prima di lasciare l’hotel. All’orizzonte la foschia causata dalla forte escursione termica tra la notte ed il giorno. La moto è bagnata da tanta umidità c’è.

    La temperatura è di circa 6°C. Decido di applicare la membrana D-dry alla giacca Ladakh 3L in modo da ripararmi dall’aria fresca. Il pantalone lo lascio privo degli strati aggiuntivi, la scelta si dimostrerà azzeccata. Viaggeremo divinamente fino alle 10.30 del mattino. Poi rimuoverò la membrana e proseguirò il viaggio ‘in leggerezza’.  

    L’umidità ora è solo un ricordo. Ci sono 18 gradi e arriviamo a Monastir, antico porto, divenuto un importante polo turistico. La città fu fondata sulle rovine ancora oggi visibili di Ruspina. La sosta a Monastir prosegue con la visita allo splendido Forte di El Ribat. Maestoso ed affacciato sul mare a difesa della cittadina. È la principale attrazione della città, nonché il luogo dove sorge il mausoleo del primo Presidente Tunisino. All’interno del Forte è possibile visitare il Museo di Arte Islamica. Costo dell’intero biglietto 8 dinari, poco meno di 3 euro. 

     

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    Visitiamo la medina, ci perdiamo tra le sue viuzze, le sue bancarelle, i suoi odori ed i suoi rumori. I tunisini ci “martellano” come se non ci fosse un domani. Facciamo lo slalom per driblarli. Il loro obiettivo, ovviamente, è farci visitare i loro negozi.  Torniamo in sella e via, l’ago della nostra bussola punta ancora verso sud: El Jem, un luogo davvero incantato. 

     

    Stralci di antiche civilità 

    El Jem era in precedenza la città romana di Thysdrus, una delle più importanti del Nordafrica dopo Cartagine. L’anfiteatro è stato costruito, intorno al III secolo d.c., per ospitare fino a 35.000 spettatori. Una vera opera d’ingegneria. Ne approfittiamo per pranzare e fare una breve pausa. La temperatura ora supera i 24 gradi. “È tutto molto giusto” come spesso diciamo noi.

    Da qui, la nostra tappa prosegue fino a Sfax, dove alloggeremo nello splendido Business Hotel Sfax con tutti i comfort possibili ed immaginabili. Camera ampia, luminosa al 4° piano. Bella vista e parcheggio moto custodito. Doccia e via: si esce alla scoperta di Sfax. 
    Purtroppo non riusciamo a visitare la medina. Visto il periodo chiude alle 17, considerato che poco più tardi fa buio. Poco male, ne approfittiamo per perderci per le vie di Sfax fino a quando troviamo un posto dove cenare. La solita passeggiata dopo cena e si rientra in hotel. Facciamo il consueto check sulla tappa dell’indomani e via a nanna. 
     
    Il 27 mattina la sveglia suona presto, anzi, prima del solito. Alle 6.15 saliamo al nono piano a fare colazione e ci emozioniamo di fronte al bagliore rosso all’orizzonte. Il sole sta sorgendo e ci siamo solo noi. In silenzio apprezziamo lo skyline che si apre davanti ai nostri occhi. Sarà una delle colazioni con i colori più belli del viaggio. 

    Oggi il nostro viaggio inizierà ad entrare nel vivo. In quella parte della Tunisia che ci auguriamo inizi ad emozionarci, a farci battere il cuore. Optiamo per fare qualche km di autostrada per avvicinarci a Matmata. 
    La scelta si dimostra azzeccata. Usciamo dall’autostrada e la strada inizia ad essere davvero magica. Asfalto perfetto e curve sinuose. Intorno a noi tutto è color ocra, il cielo azzurro ed in men che non si dica siamo a Matmata a visitare le famose abitazioni berbere. Cinzia ha un piacevole incontro con un cucciolo di dromedario, tenerissimo. 

     

    Le abitazioni troglodite che si trovano da queste parti sono scavate nel terreno ad una profondità di 15-20 metri, semplicemente perché in questa maniera si riesce a mantenere al loro interno una temperatura media di 18°C-20°C. Tenete presente che da queste parti in agosto si raggiungono temperature di circa 45°C - 50°C. Un vero inferno. 

     

    Strade immerse nella natura 

    Lasciamo Matmata e proseguiamo lungo strade semplicemente magnifiche. Solchiamo altipiani a 400 - 450 metri sopra il livello del mare, immersi tra montagne gialle ed arbusti. Pranziamo per strada, come piace fare a noi. Non per questioni economiche, ma semplicemente perché in questa maniera non abbiamo nessun vincolo e possiamo fermarci quando e dove vogliamo, godendoci appieno il viaggio, il nostro sogno, la nostra libertà. 

    Dopo pranzo il viaggio continua lungo strade poco trafficate ed immerse in una natura selvaggia ed aspra. La temperatura sale ma grazie alla versatilità del nostro abbigliamento a tre strati viaggiamo divinamente. Arriviamo a Medenine. Stasera abbiamo prenotato a Maison d’Hotes La Cuesta, una piacevole abitazione trovata tramite Air B&B, vicina al centro e ad un prezzo modico: 55 € con prima colazione e parcheggio riservato. Doccia e via, si va alla scoperta della cittadina ed in particolare degli antichi granai fortificati. Nel frattempo il sole cala e la città si spegne insieme alla luce del sole. Troviamo un locale al centro dove poter cenare. Cena tipica e via verso casa, domani ci attende un’altra magnifica giornata colma di cose da vedere. 

    28.12.22: Medenine – Tataouine. Oggi non faremo molti km. A fine giornata arriveremo a poco meno di 250, ma saranno densi di emozioni e bellezza. Iniziamo col botto: Ksar Ouled Soltane, qui ci sono i granai fortificati più belli e ben conservati della Tunisia. Un vero gioiello. Valgono assolutamente il viaggio! 

    Da qui l’itinerario prosegue alla volta di un’altra perla tunisina: Chenini. Un villaggio rupestre berbero abitato da poche decine di abitanti, riposa sornione sulla sommità di una delle tante montagne. Si fatica a distinguerlo dalla roccia. Case diroccate e pietra si confondono. Spicca solo il campanile bianco della vecchia moschea. Dalla sommità del villaggio lo spettacolo è incredibile. 

    Il sole ci regala un’ottima luce ed allora ne approfittiamo per regalarci qualche scatto ricordo. Stavolta con il nostro incantevole GS che, nonostante abbia quasi 180.000 km, ci sopporta e supporta senza fare una piega. Attendiamo qui il tramonto, poi check-in presso Dar Essadeg, un’abitazione privata che abbiamo preso in affitto, un intero appartamento con 3 camere da letto ed un bel terrazzo, per soli 35 euro. Semplice, modesto, ma centrale e comodo. 

    La mattina del 29 la sveglia suona presto. Colazione in casa e poi caffè on the road. Assistiamo anche oggi ad un’alba maestosa. Davanti a noi splendide montagne rosse. Le superiamo e iniziamo ad assaporare la sensazione di essere nel deserto. Intanto il termometro è sceso ad 1°C! Ci fermiamo per un cambio di guanti, via quelli leggeri, dentro il modello imbottito. Adesso sì che si viaggia bene. Il pantalone è sempre in versione leggera, niente membrana, niente imbottitura termica. Sulla giacca invece teniamo uno strato in più per frenare l’ingresso dell’aria fresca.  

     

    La Porta del Deserto di Douz 

    In men che non si dica siamo nel pieno deserto. Corriamo su una lingua di asfalto nero che taglia questo mare di sabbia dalle 1000 sfumature che vanno dal rosso al giallo. Meraviglioso. Neanche a dirlo, siamo solo noi. Da qui, dopo circa 80 km (immersi sempre nel deserto), arriviamo in uno dei luoghi più rinomati della Tunisia: Ksar Ghilane. Un’oasi incredibile con una pozza d’acqua termale immersa nel palmeto. Incantevole. Da qui puntiamo la Città di Douz, per vedere l’incredibile “Porta del Deserto”. Un vero e proprio ingresso nel deserto, superato il quale l’immensa distesa di sabbia si apre ai nostri occhi.

    Da qui attraverseremo palmeti ed oasi fino ad arrivare nella cittadina di Kebili. Alloggeremo presso Latifa ed Arafat, host trovati tramite AirBnb. Notte con colazione al prezzo di circa 30 euro. Ne approfittiamo per cenare qui. Chiedo espressamente ad Arafat e Latifa di cenare con noi, sia perché non vogliamo essere loro clienti ma loro ospiti, sia per condividere con loro il nostro viaggio, la nostra esperienza e sia per entrare meglio in sintonia con i loro costumi, usi, consuetudini. Ceniamo divinamente con prodotti e piatti tipici, Latifa, la moglie di Arafat, è un’ottima cuoca. 

    L’indomani ci attende una delle tappe più belle e ricche di emozioni di questo viaggio. La sveglia suona sempre presto visto che le ore di luce sono poche in questo periodo e, una volta che cala il buio, da queste parti si ferma tutto. Finita l’abbondante colazione da Arafat e Latifa saliamo in sella e puntiamo il lago salato. Un posto davvero bizzarro, lo percorriamo anche in moto. Davanti a noi solo una immensa distesa di sabbia e sale. Magnifico. 

     

    Lasciamo poi il lago per puntare altre meraviglie: le oasi di montagna. Visiteremo quella di Chebika, di Tamerza e di Mides, ognuna differente dall’altra, ognuna con la propria particolarità e i propri colori inconfondibili. Tutte ci lasciano senza fiato, ma la maestosità del canyon di Mides a due passi dal confine algerino è qualcosa di davvero unico. 

    Il paese di Mides è stato spazzato da un forte terremoto. Mentre le case d’argilla dell’oasi di Tamerza nulla hanno potuto, contro le tre settimane di pioggia torrenziale di diversi anni fa che hanno sciolto le case come neve al sole. Fa impressione vedere lo stato delle abitazioni al cospetto di tanta bellezza.

    Pranziamo a pochi km da Mides, pranzo on the road, come piace a noi. Abbiamo tutto l’occorrente a bordo. D’altronde se hai un GS non puoi portare le borse vuote. “Non usiamo la moto per andare al bar”, come si dice in questi casi! Le borse di alluminio saranno il nostro tavolino, dei mattoni i nostri sgabelli. In men che non si dica il pranzo è servito. 

    Dopo pranzo, caffè presso un bar di Redeyef e percorriamo una strada semplicemente fantastica che ci porta ad un'altra delle attrazioni più fotografate e visitate di questa parte di Tunisia. Il simbolo della pista Rommel, un luogo colmo di fascino e di storia. La strada, complice la luce splendida del pomeriggio, è un vero incanto.  

    Arriviamo al nostro alloggio a Gafsa dopo circa 80, la struttura Mounir, che sulla carta avrebbe dovuto essere la migliore del viaggio. Invece si rivelerà la peggiore nonostante costi 70 euro a notte. Per paragone, in hotel 4 e 5 stelle abbiamo pagato meno di 50 euro e ci siamo trovati divinamente. 

     

    L’acquedotto antico e le bellezze di Kairouan

    Siamo giunti alla penultima tappa in terra tunisia, ultima notte dell’anno, e stasera arriveremo a Kairouan. 

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    Vista su Chenini
    Vista su Chenini

    Colazione e via, si lascia la caotica Gafsa.La strada che ci porta a Kairouan non ci emoziona, è solo una tappa di trasferimento. La giornata è soleggiata, arriviamo a Kairouan, check-in nel meraviglioso Hotel Continental con camera che si affaccia sulla piscina. A Kairouan Visitiamo le pozze degli Aghlabidi: immense cisterne costruite nel secolo IX, una imponente opera d’ingegneria tunisia. La funzione di queste vasche era quella di raccogliere acqua per poi canalizzarla tramite un sistema idrico. Sono perfettamente rotonde e ben conservate.

    Da qui ci spostiamo nella medina dove tramite un dedalo di vie arriviamo a visitare la casa del Governatore, ormai diventata sede di un importante centro di produzione di tappeti. A Kairouan in effetti si producono a mano i tappeti più belli di tutta la Tunisia. Poi, una visita al pozzo Borrouta. Si tratta della fonte più antica della città. La particolarità è che la pompa tramite la quale si estrae l’acqua dalla sorgente è attivata da un dromedario. Camminando questo attiva il volano che permette alle pale di ruotare e pompare l’acqua dalla sorgente fino alla sommità del pozzo. Ovviamente l’acqua è potabile. 

    Torniamo a girare per la medina fino al calar del sole e troviamo un posticino dove cenare. La nostra ultima cena del 2022 la faremo in un chioschetto lungo la strada a base di orata, patate e Coca-Cola. Torniamo in hotel, questa sarà la nostra ultima notte in terra tunisina, domani sera dormiremo in nave. 
     
    1 Gennaio 2023: buon anno, ci verrebbe da dire! Ancora una volta colazione presto e via verso nord. 
    Prima di dirigerci al porto però abbiamo tutto il tempo di goderci un particolare villaggio affacciato sul mare a nord di Tunisi: Sidi Bou Said. Una vera perla, arroccato sul fianco della collina è una vera macchia bianca, viottoli piccoli e stretti animati da artigiani e turisti. Arriviamo in uno dei punti panoramici e ci godiamo lo spettacolo che la natura ci offre. 

    Dopo una lunga attesa al porto è giunta l’ora di lasciare la Tunisia e rientrare in Italia. Lasciamo il caldo per tornare al fresco. Così, una volta in nave, ricomponiamo le nostre giacche per temperature rigide ed una volta arrivati a Genova avremo anche modo di testare la loro resistenza all’acqua, oltre che quella alle basse temperature. Sì, perché dall’attracco a fino a casa ci farà compagnia la pioggia, ma nonostante tutto rincaseremo perfettamente asciutti ed il freddo non sarà mai un problema. 

     

    Viaggio in moto in Tunisia: come prepararsi 

    Dopo avervi raccontato la nostra esperienza in sella e non solo… lasciateci spendere due parole sul completo di abbigliamento che abbiamo indossato. Partiamo dalla testa onde evitare di tralasciare qualcosa: 

    • Casco AGV Tourmodular: un compagno di viaggio affidabile e confortevole. Equipaggiato con sistema di comunicazione Insyde ci ha permesso di tenerci in comunicazione costantemente e senza nessuna sbavatura. Del Tourmodular ci hanno impressionato la comodità, il comfort e la leggerezza. Davvero un gran prodotto.

    • Completo giacca-pantalone Ladakh 3L D-dry: un capo camaleontico. Si adatta ad ogni condizione meteo in maniera perfetta, in pochi minuti passa dalla versione invernale a quella estiva. Il poliestere Oxford D600, il materiale di cui sono composti prevalentemente giacca e pantaloni, si conferma comodo e robusto. Le prese d’aria fanno il loro lavoro; nel complesso davvero un prodotto per chi vuole girare il mondo senza portarsi appresso altri capi. 
    • TCX Infinity 3 GTX e TCX Tourer Lady GTX: dei Tourer Cinzia era a conoscenza visto che ne aveva un altro paio con circa 70.000 km alle spalle e mai un problema. Si confermano un prodotto davvero comodo, resistente e versatile. Gli Infinity 3 non li avevo mai usati e devo dire che sono molto comodi, danno ottima stabilità grazie alla suola Groundtrax®. Il sistema di chiusura con rotore è molto pratico, permette di personalizzare l’ampiezza dello stivale a seconda della conformazione del proprio piede. Una caratteristica molto apprezzata, almeno da me. 
    • Guanti ed intimo termico ci hanno permesso di essere coperti e protetti a tutte le latitudini e a qualsiasi temperatura. Considerate che al mattino, soprattutto nella zona sud, quella più desertica, siamo arrivati fin quasi a 0°C, mentre di giorno le temperature salivano fino ad oltre 25. 

    Equipaggiamento essenziale

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    Casco modulare

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    Giacca impermeabile

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    Pantaloni impermeabili

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    Paraschiena

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    Stivali impermeabili

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    Guanti invernali

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    Guanti in tessuto

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    Maglia tecnica

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    Calzamaglia tecnica

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    Tuta impermeabile

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