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    30.000 km, 100 giorni e 27 paesi, la spedizione internazionale dello yogi indiano per la salvaguardia del suolo

    Di Sadhguru | 03 marzo 2023 | 1 min
    Moto: Honda Africa Twin - BMW K1600 GT
    Chilometraggio: 30.000 km
    Difficoltà: facile
    Durata: 100 giorni
    Periodo dell'anno: primavera
    Meteo: di ogni tipo
    Temperature: 5°C - 40°C
    Equipaggiamento essenziale: casco modulare, completo giacca-pantalone impermeabile e modulare, per adattarsi ai cambi di clima guanti impermeabili e guanti estivi, stivali impermeabili
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    Sadhguru

    L'autore

    Jaggi Vasudev è nato nel 1957 in India, è conosciuto dal mondo come Sadhguru, letteralmente ‘guru non istruito’. Sadhguru non ha una formazione sulle tematiche spirituali, si basa solamente sulla sua esperienza interiore. È uno yogi, mistico e scrittore, fondatore di Isha Foundation, organizzazione no-profit che offre programmi yoga in molti paesi del mondo. Il suo movimento Salva il Suolo si pone come obiettivo quello di mobilitare popoli e governi di tutto il pianeta per dare vita ad un’azione ecologista che dia nuova vita al suolo.

    Il suolo sta morendo. La sua estinzione è la minaccia più allarmante che l'umanità oggi si trova ad affrontare, una calamità che ha già causato fame, violenza, povertà e morte in molte aree del pianeta. Presto, insomma, potremmo essere catapultati in un disastro globale di proporzioni inedite. 

     

    Per attirare l'attenzione del mondo su questa preoccupante crisi socio-ambientale, Sadhguru, yogi e tra le più influenti personalità dell'India, ha lanciato all'inizio del 2022 il movimento globale Salva il Suolo. All’età di 65 anni, ha intrapreso in solitaria un impegnativo viaggio di 30.000 km in moto (alternatamente una Bmw K1600 GT e una Honda Africa Twin), da Londra all'India meridionale, attraversando in 100 giorni 27 paesi. Nel corso di questa straordinaria avventura attraverso tre continenti Sadhguru ha incontrato leader e cittadini con l'obiettivo di sensibilizzarli sull'inderogabilità di politiche funzionali alla rivitalizzazione del suolo. 

    A ogni scalo sono stati organizzati eventi pubblici (691 in totale), interviste e meeting privati, tanto da raggiungere nel complesso oltre 3,91 miliardi di persone. Con il sostegno di governi, organizzazioni, influencer, celebrità, media e cittadini, Salva il Suolo è diventato così il più grande movimento popolare al mondo.  

    L'itinerario del tour
    L'itinerario del tour

    Di seguito la testimonianza diretta di Sadhguru e il racconto delle tappe salienti del suo viaggio.  

    "Per me, la cosa meravigliosa di viaggiare su due ruote è che non ti permettono di distrarti nemmeno per un momento. Considero l'attenzione come la chiave di tutte le cose straordinarie che un essere umano può sperimentare. Se si vuole conoscere la profondità della vita, l'attenzione è fondamentale. E una moto la richiede e la ottiene. Quando aumento la velocità, quando la guida si fa più avventurosa e pericolosa, divento molto calmo e freddo. Non avverto scariche di adrenalina, ma quel senso di quiete dentro di me, che mi ha tenuto in vita per molto tempo e mi fa andare avanti anche adesso. Il mio desiderio è che tutti sperimentino questo senso di assoluta immobilità quando si è in rapido movimento. È la base della profondità dell'esperienza nella vita di un essere umano.  

    Quando avevo poco meno di vent'anni, per circa quattro anni, ho vissuto letteralmente in sella a una moto. Percorrevo circa 60.000 chilometri all'anno. Probabilmente sono una delle poche persone che ha attraversato l'India più volte su una monocilindrica a due tempi da 250 cc, quando percorrere le strade indiane era già di per sé un'avventura. 

    Da allora, per 32 anni, non sono più salito su una moto. Poi, circa cinque anni fa, quando ero a Bengaluru durante il Rally for Rivers (movimento che mirava a rivitalizzare i fiumi indiani in rapido esaurimento attraverso la piantumazione di alberi nei bacini fluviali, ndr) qualcuno ha portato una moto e mi ha detto: "Sadhguru, devi guidare". Quando sono salito in sella, ho capito che non avrei più perso un giorno! Da allora, viaggio solo su due ruote.  

    Il periodo della pandemia è stato particolarmente positivo per me, perché correre velocemente in moto è un modo sicuro per mantenere le distanze sociali. 

    Visto che il nostro obiettivo era mobilitare i giovani di tutto il mondo quando abbiamo lanciato il movimento Salva il Suolo nel 2022, ho deciso di usare la musica e la moto come strumento per richiamare la loro attenzione. 

     

    Rivolgere lo sguardo del mondo al suolo 

    Il suolo è l'habitat su cui prospera l'87% della vita sulla Terra. Ma le agenzie delle Nazioni Unite lanciano l'allarme prevedendo che in tutto il mondo vi sia terreno fertile sufficiente a solo per altri ottanta, massimo cento raccolti. Ciò significa che entro il 2040 produrremo il 40% di cibo in meno con una popolazione mondiale cresciuta a oltre 9 miliardi di persone. Non è questo il mondo in cui vogliamo vivere, né quello che dovremmo consegnare alle generazioni future. 

    Rigenerare il suolo in tutto il mondo è importante, ma serve che a chiederlo siano principalmente le persone. Per questo abbiamo lanciato il movimento Conscious Planet - Salva il Suolo.  

     

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    Per sensibilizzare l'opinione pubblica e avviare politiche volte a rivitalizzare il suolo, ho percorso in solitaria 30.000 km in 100 giorni attraverso l'Europa, l'Asia centrale, il Medio Oriente e l'India e non sono mancati episodi pericolosi. In Europa mi sono dovuto confrontare con pioggia, neve e vento forte. Quest'ultimo ha rappresentato la minaccia maggiore. In alcuni punti superava i quaranta nodi (92,6 km/h), la mia ruota anteriore si sollevava e veniva spinta fuori strada: ho rischiato la vita. 

    Ho percorso ogni giorno centinaia di chilometri in moto rispondendo alle domande dei giornalisti, interagendo con i social media e incontrando influencer e politici. Anche mentre guidavo, facevo interviste. Ogni giornata terminava all'1:30 o alle 2:00 del mattino.  

     

    L’attraversata dell’Europa 

    Nel Nord Europa abbiamo trovato bel tempo. C'era quindi da aspettarsi che a Sud avremmo incontrato temperature ancora più miti, invece faceva davvero freddo. Una volta entrati in Italia poi (era il mese di marzo), il viaggio è diventato rischioso perché pioveva ininterrottamente. Il traffico, soprattutto quello dei camion, si è rivelato davvero pericoloso: dato che le strade erano scivolose e a tratti sdrucciolevoli, i loro rimorchi posteriori slittavano quasi a entrare nella mia corsia. 

    Da Venezia sono sceso a Roma e in questo tratto d'Italia ho potuto constatare che in pianura, molti terreni arati sono stati lasciati esposti al sole per mesi; una pratica, questa, che uccide letteralmente il suolo. Viceversa nei terreni collinari, il terreno appariva ragionevolmente in buono stato perché in questi versanti l'aratura è limitata così come l'impiego di fertilizzanti. Sono territori semi-boschivi, dove l'agricoltura si basa prevalentemente sugli alberi, in particolare olivi, e campi gialli seminati a colza. Un paese bellissimo. 

    La città di Roma fu fondata nel 753 a.C.. Dopo alcuni secoli di disboscamenti e agricoltura intensiva, l'erosione che ne derivò con la conseguente scarsità di cibo fu per molti versi, concausa della caduta dell'Impero. Oggi ci troviamo di nuovo ad affrontare questo problema su scala globale, una crisi che può sicuramente condurre al collasso della civiltà e a guerre civili. Ma come generazione, viviamo un momento in cui possiamo invertire la rotta se interveniamo correttamente e da subito.  Nella Capitale italiana abbiamo ottenuto udienza presso la sede dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura, che si è mostrata in linea con gli obiettivi del movimento Salva il Suolo. 

    Dopo l'Italia, siamo risaliti verso Ginevra, in Svizzera, che per molti versi è come il centro del mondo, dato che vi hanno sede molte agenzie delle Nazioni Unite. La fontana Jet d'Eau fuori dalla sede dell'Onu, si è illuminata di blu e verde, i colori del nostro movimento, in segno di solidarietà.  Abbiamo poi attraversato il Passo del Sempione, un luogo spettacolare. In cima, con le Alpi sullo sfondo: la Svizzera al suo meglio! 

    Alcune regioni di questo paese e i loro stupendi vigneti mantenuti in modo eccellente in termini di contenuto organico del suolo, sono patrimonio dell'Unesco. Ma è triste constatare che terre ricche come quelle svizzere siano ormai "riserve naturali"; tutto il mondo dovrebbe disporre di suolo fertile. 

    Il Colosseo a Roma
    Il Colosseo a Roma

    Ho percorso poco più di 10.000 km di viaggio prima di raggiungere Sofia, in Bulgaria. Qui è stato singolare constatare che alcuni abitanti locali sostengono di essere originari delle pianure del Gange 

    Questo tratto d'Europa, compreso tra la Romania e la Bulgaria, costituisce una vera e propria galleria del vento che si intensifica all'aumentare della temperatura atmosferica. Con la minaccia di un incremento delle temperature globali di 2 gradi centigradi, è concreto il rischio che la velocità del vento aumenterà di 30 km/h depositando in questi territori milioni di tonnellate di sabbia provenienti dall'Africa settentrionale e rendendoli un deserto dall'oggi al domani.  

    Da Sofia a Bucarest mi hanno accompagnato temperature sotto lo zero e raffiche di neve. Le strade sconnesse mi hanno fatto sobbalzare, strattonando le braccia all'altezza delle spalle. C'è stato anche un blocco del traffico in montagna e il passaggio di frontiera ha richiesto molto tempo. Quando sono arrivato a Bucarest, erano le ore 23.00. Una troupe televisiva mi stava aspettando da oltre 4 ore, così ho concesso loro un'intervista notturna.  

      

    Dalla Turchia verso l’Asia centrale 

    Il piano prevedeva che da Bucarest avrei dovuto prendere un traghetto per attraversare il Mar Nero e raggiungere la Georgia. Ma la nave ha subito un ulteriore ritardo e ho infine deciso di fare rotta su Istanbul in moto, attraversando l'intera Turchia. Ho viaggiato per diciotto ore, dalle 8 del mattino alle 2 del mattino successivo. Sono arrivato a Istanbul il 23 aprile in occasione della Giornata della Sovranità nazionale e della festa dei Bambini; un'interessante concomitanza di eventi. D'altro canto, la sovranità non significa nulla se non è in grado di creare un futuro per i nostri figli. E questo, lo ribadiamo, può accadere solo se manteniamo il suolo sano.  

    La Turchia ha sviluppato un modo ingegnoso di fare agricoltura che si perpetua da centinaia di anni: sulle montagne sono stati costruiti enormi rifugi per i piccioni che producono migliaia di tonnellate di guano con cui vengono mantenuti fertili i terreni. 

    Dopo aver assistito a un'ipnotica performance di danzatori sufi e aver partecipato a un vivace evento pubblico a Istanbul, ho costeggiato il Mar Nero, con le montagne da un lato e il mare dall'altro: una vista fantastica! Il Mar Nero non è nero, ma di un blu meraviglioso. Si dice che un tempo fosse un lago d'acqua dolce, ma migliaia di anni fa il livello del Mediterraneo si è innalzato creando lo stretto naturale del Bosforo. Ora questo mare ospita un ecosistema semi-marino unico che accoglie fauna e flora del tutto particolari.  

    Abbiamo attraversato il Bosforo, che separa la parte europea della Turchia da quella asiatica, e a seguire la Turchia settentrionale per entrare in Georgia e passare quindi dall'Europa all'Asia centrale. 

     

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    Mentre attraversavo la Georgia da Batumi a Tbilisi, ho dovuto guidare in modo piuttosto aggressivo. Mi sono reso conto che percorrere le strade georgiane era quasi come tornare a casa: i locali guidano proprio come noi indiani!  Ho raggiunto Tbilisi solo un minuto prima dell'evento che era stato organizzato dal nostro movimento e sono salito subito sul palco senza neppure lavarmi la faccia che era piena di polvere.  

    In molti mi hanno chiesto: "Sadhguru, qual è il segreto della tua energia? Come fai a non avere la schiena rotta dopo tanti chilometri?". La mia schiena è una buona réclame per l'attività yogica. Sono quarant'anni che suggerisco alle persone di praticare un po' di yoga. Funziona! 

    La nostra destinazione successiva era l'Azerbaigian. Baku sembra un deserto, ma se ci si allontana di un centinaio di chilometri, ci si imbatte in una ricca foresta. Ho parlato con i leader del governo locale e di come poter portare facilmente quel verde nella periferia della città. Sono stati molto ricettivi all'idea e al movimento Salva il Suolo, che ha portato alla firma di un MOU (memorandum of understanding, ndr) con l'Azerbaigian. 

    Dall'Asia centrale siamo scesi in Giordania, la seconda nazione del mondo maggiormente colpita dalla crisi idrica. Se c'è qualcuno che capisce l'importanza del suolo, quello è il proprio il popolo giordano.  Guidare in questo territorio è stato piuttosto difficile perché la Giordania non è un Paese per motociclette: il vento mi faceva quasi uscire di strada. Ho provato a cavalcare un cammello, ma l'ho trovato ancora più difficile!  Dalla Giordania abbiamo proseguito verso la Palestina dove ho avuto il privilegio di visitare un vivaio di palme da dattero, ma solo dopo aver atteso per quasi 12 ore che venissero espletate tutte le formalità burocratiche ai controlli di sicurezza.   

    Anche se le questioni geopolitiche qui non hanno trovato una soluzione, è importante che il suolo sia mantenuto vivo per le generazioni future. Come esseri umani, abbiamo diviso il mondo in tanti modi, ma i confini nazionali non significano nulla per il suolo e la vita microbica. Il suolo è un fattore comune per tutti noi; tutti proveniamo dal suolo e torneremo al suolo. Il mio desiderio è che, oltre a essere un movimento ecologico, Salva il Suolo venga utilizzato come forza unificante per l'umanità. 

    Mentre il resto del mondo ha ridotto il suolo in sabbia, Israele è una nazione che ha trasformato il deserto in terra fertile. L'ingegnosità delle tecnologie agricole israeliane ha giovato enormemente al resto del mondo e ha fornito un esempio che tutti dovrebbero emulare. Ci sono molti punti in comune tra l'India e Israele, e questo è il motivo dell'affinità naturale che attira questi due popoli l'uno verso l'altro. A Tel Aviv abbiamo organizzato un evento di grande successo a cui hanno partecipato 4.500 persone. Abbiamo anche avuto la fortuna di visitare l'antica città portuale di Jaffa, che ha un fascino tutto suo. Si dice che sia stata fondata da Japheth, il figlio di Noè, e oggi è la patria di tutte e tre le fedi abramitiche. 

    Successivamente, ho lasciato la motocicletta per imbarcarmi su un volo diretto in Costa d'Avorio, nell'Africa occidentale, per l'evento COP15 dell'UNCCD. Qui mi sono rivolto ai delegati di 193 Paesi e ho presentato una strategia su tre fronti per garantire che i terreni abbiano un minimo del 3-6% di materia organica. È importante non limitarsi a parlare di suolo in conferenze interminabili, ma trovare soluzioni semplici che possano essere attuate immediatamente. 

     

    Dopo il volo di ritorno, abbiamo ripreso il viaggio in moto in Arabia Saudita. Difficile da credere, ma questa regione desertica, qualche migliaio di anni fa era una foresta verde e rigogliosa. Negli ultimi anni, il governo locale ha adottato misure per rendere il suo terreno ancora fertile e oggi produce il 54% del proprio fabbisogno alimentare, il che è fenomenale. 

     

    Il rientro in India e la conclusione del viaggio

    Dopo 70 giorni di viaggio attraverso 25 Paesi, non ci sono parole per descrivere la sensazione di essere tornati nella sacra terra di Bharat [l’India, ndr]. Il porto di Jamnagar ci ha riservato un'accoglienza veramente colorata, degna di quel caleidoscopio di culture che è l'India. Abbiamo avuto il privilegio di incontrare gli ufficiali della Marina indiana e di partecipare a un evento pubblico organizzato dalla famiglia reale di Jamnagar. Abbiamo anche visitato Banas Dairy, il più grande produttore di latte dell'Asia, un movimento cooperativo di fenomenale successo che è un esempio di come creare prosperità in una terra molto arida. 

    È stato firmato il primo protocollo d'intesa in India tra Salva il Suolo e lo Stato del Gujarat e a seguire anche con tutti gli altri Stati indiani che abbiamo attraversato: Rajasthan, Uttar Pradesh, Madhya Pradesh, Maharashtra, Telangana, Andhra Pradesh e Karnataka.  

    In occasione della Giornata mondiale dell'ambiente, il Primo Ministro Narendra Modi si è unito a noi per un evento a Delhi. È stato incoraggiante vedere le pile di lettere che 1,5 milioni di bambini gli hanno scritto, esprimendo la loro preoccupazione per il suolo. Le loro voci sono importanti perché il prossimo anno l'India avrà la presidenza del Vertice del G20 e l'opportunità di portare l'attenzione globale sulla rigenerazione del suolo. 

    In tutto il Medio Oriente, le temperature, che a volte toccavano i 54 gradi, mi facevano sciogliere le ossa. Pensavo che l'India sarebbe stata meglio, ma il Gujarat faceva concorrenza a Muscat e il Rajasthan all'Arabia Saudita! Solo quando abbiamo attraversato il Maharashtra abbiamo avuto il primo, graditissimo assaggio di monsone. 

      

    Questo viaggio di 100 giorni ha portato l'attenzione del mondo sul suolo, raggiungendo oltre 3,91 miliardi di persone e facendo di questo il più grande movimento popolare del mondo. Ma il lavoro non è finito se non si attuano le dovute politiche. Facciamo in modo che ciò accada". 

    Salva il Suolo

    Per saperne di più sul viaggio di Sadhguru e sul movimento Salva il Suolo, visita il sito.

    savesoil.org

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